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Luciano Festuccia
Il castello mantenne spesso una propria autonomia con una fedeltà sempre dichiarata verso l’imperatore, il che lo mise frequentemente in contrapposizione con la stessa Spoleto, Signorìa dalla quale dipendeva.
Il cardinale Albornoz, che curò particolarmente le fortificazioni della valle spoletina, lo rafforzò nel 1366, ma frequentemente fu oggetto di aggressioni, assalti ed anche guerre intestine, tanto che nel ‘500 fu necessaria un’importante riparazione delle mura.
Oggi il castello mostra molti tratti delle alte e forti mura antiche ed alcuni torrioni, dei quali il più imponente è ancora detto “Le carceri”. E’ ancora intatta l’unica porta di accesso: entrandovi, a sinistra si avevano le residenze dei feudatari.
È probabile che la fortificazione venisse costruita con i resti dell’antica città romana Mutatio Sacraria IV, che si trovava nella valle sottostante
Del comune di Campello, a un solo km di distanza nella valle sottostante, fa ancora bella mostra di sé il Tempietto del Clitunno, un antico sacello romano in seguito ribattezzato Chiesa di san Salvatore, di notevole pregio.