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Magnifico borgo della provincia di Perugia, fregiato della “Bandiera arancione” dal Touring Club Italiano e ricompreso tra “I borghi più belli d’Italia”, Panicale sorge alle pendici del monte Petrarvella, su un colle fra la Val di Chiana romana, la Valle del Nestore e il Lago Trasimeno, sul quale gode di un ameno affaccio.
La storia
Luogo d’importanza strategica già nell’antichità, il territorio ove sorge l’odierna Panicale fu forse sede di un tempio dedicato a Pan, divinità dei boschi. Il toponimo è stato, infatti, ricondotto all’espressione “Pani calet” (“luogo consacrato al dio Pan”), per quanto appaia più verosimile l’origine da “pan colis” (“luogo ove si coltiva il panìco”, un cereale, peraltro riportato nello stemma comunale). Un’ulteriore ipotesi propende per “pan kalon” (“dove tutto è bello”).
Il borgo, comunque, fiorì nel Medioevo, a partire dal XIII secolo, quando entrò nell’orbita di Perugia. Quest’ultima fortificò Panicale al punto che, quando nel 1312 l’imperatore Enrico VII calò in Italia, le sue truppe fallirono nel tentativo di espugnarla.
Nel 1331 nacque a Panicale il condottiero Giacomo Paneri detto “Boldrino”: nel 1386, quale riconoscimento del suo lungo servizio in favore di Perugia, quest’ultima conferì a Panicale l’onore di aggiungere il grifo rampante (storico simbolo dell’odierno capoluogo umbro) nel proprio stemma.
Il Rinascimento fu l’epoca d’oro per il borgo, l’interno della cui struttura di roccaforte s’ingentilì con la realizzazione di mirabili capolavori di grandi artisti, fra cui il Perugino.
Caduta Perugia, con la guerra del sale (1540), sotto la dominazione pontificia, Panicale seguì le sorti dello Stato della Chiesa (salva la parentesi napoleonica tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo), per poi venir annesso, nel 1860, come il resto dell’Umbria, al Regno d’Italia.
I luoghi da visitare
Nel capoluogo comunale
Panicale ha pienamente conservato l’imponente aspetto di roccaforte: se le sue antiche mura sono state per lo più trasformate in abitazioni, permangono i torrioni e la struttura ellittica tipica dei borghi medievali.
Le più antiche vie d’accesso al centro storico sono le due porte Fiorentina e Perugina.
Attraversando i suggestivi vicoli panicalesi, si giunge al cuore del borgo, piazza Umberto I, ornata da una splendida fontana in travertino del 1473.
Adiacente è l’antichissima Collegiata di San Michele Arcangelo, risalente all’XI secolo, ma a cui successivi interventi hanno impresso un gusto squisitamente barocco.
L’edificio di culto contiene, fra gli altri, un capolavoro di Giovan Battista Caporali, artista della scuola del Perugino, “L’adorazione dei pastori” (1519), nonché una quattrocentesca “Annunciazione” del panicalese Masolino e una "Crocefissione fra Sant’Ignazio di Lojola, San Filippo Apostolo, San Francesco Saverio e San Girolamo", opera del XVII secolo di Bartolomeo Barbiani.
Di fronte alla Collegiata, sorge l’antica dimora del Boldrino, mentre, risalendo il borgo fino al suo punto più elevato, in piazza Masolino, si scorge il bel Palazzo del Podestà, costruito nel XIV secolo.
La sede comunale si trova, invece, in via Pietro Vannucci ed ospita la Pinacoteca civica: all’interno si conservano trentuno tele realizzate, su commissione del professor Francesco Mariottini (a cui è intitolata la Pinacoteca), fra il 1768 e il 1780 e ritraenti i più illustri panicalesi della storia.
Sul lato meridionale del centro storico, sorge, nell’omonima via, il Teatro Cesare Caporali, dedicato al grande letterato cinquecentesco, poeta di corte dei della Corgna, nato proprio a Panicale.
Fuori dal centro storico, si segnalano due mirabili edifici di culto: la Chiesa della Madonna della Sbarra, splendido edificio dalla facciata rinascimentale (anche se completato solo nel 1625), con, all’interno, un quattrocentesco affresco della “Madonna col Bambino”; nonché la Chiesa di Sant’Agostino (XVI secolo), attualmente sconsacrata e sede del Museo del Tulle “Anita Belleschi Grifoni”, dedicato ad una delle storiche attività artigianali panicalesi.
Imperdibile è la visita anche alla Chiesa di San Sebastiano (XIV-XV secolo), posta in via del Belvedere. L’interno reca il celeberrimo “Martirio di San Sebastiano”, enorme affresco capolavoro del Perugino.
Il Santo, legato a una colonna, viene crivellato dalle frecce di quattro figuri collocati secondo una perfetta simmetria, rafforzata anche da un mirabile colonnato classico presente sullo sfondo. Quest’ultimo sorregge, a propria volta, un timpano recante l’immagine di Dio, il quale, circondato da angeli, serafini e cherubini, benedice il martire. Sullo sfondo, si apre, in totale armonia con il resto dell’opera, uno splendido paesaggio, forse lo stesso che il Perugino osservò proprio da quassù e che tutt’oggi è possibile ammirare.
Nel territorio comunale
Presso la frazione di Casalini, su un erto colle che domina il Lago Trasimeno, sorge il Castello di Montalera, possente maniero edificato a partire dal XII secolo e appartenuto, fra gli altri, a Biordo Michelotti, nonché agli Oddi e ai Baglioni.
Le alte mura descrivono un perimetro, di forma esagonale, di oltre 300 metri e includono un maschio e un robusto torrione.
Il complesso è ingentilito da uno splendido giardino con fontane, alberi e aiuole.
Presso un’altra frazione Panicalese, Tavernelle, si trovano due luoghi di culto cattolico di grande interesse.
Uno è il Santuario della Madonna di Mongiovino, realizzato a partire dal 1524 su progetto dell’architetto Rocco di Tommaso da Vicenza. La struttura fu edificata nel luogo in cui, secondo la tradizione cattolica, la Madre di Gesù avrebbe parlato, attraverso un’edicola a Lei dedicata, ad una pastorella di nome Andreana.
L’edificio, a forma di croce greca e di gusto manierista, è adornato dalle quattro cappelle dell’Ascensione, della Resurrezione, della Vergine e della Madonna del Rosario. L’interno, totalmente affrescato, custodisce, fra gli altri, capolavori di Orazio Alfani, Salvio Savini e Niccolò Circignani detto “il Pomarancio”.
Il Santuario ospita, altresì, una cripta gentilizia contenente i sarcofaghi di membri delle nobili famiglie degli Arcipreti della Penna e dei Borgia-Sulpizi.
L’altro edificio di culto, posto a breve distanza, è il Santuario della Madonna delle Grondici, eretto sul finire del XIV secolo nel luogo in cui sarebbe avvenuta la miracolosa resurrezione di un bambino. Il nome, in effetti, si riferisce all’usanza medievale di seppellire i neonati morti prima del battesimo (i quali, secondo la teologia medievale, erano destinati a finire nel Limbo, il primo cerchio dell’Inferno, e dunque non avevano diritto alla sepoltura in terra consacrata) sub grunda (letteralmente, “sotto la grondaia”), cioè a fianco della casa natale.
L’edificio di culto, profondamente ristrutturato nel 1950, custodisce un prezioso gonfalone del 1495, realizzato dal pittore tedesco Gregorio Teutonico su commissione di Fra’ Matteo, eremita e all’epoca custode del Santuario. L’opera, dal grande valore artistico per l’unione fra lo stile germanico e quello umbro, consiste in una grande immagine della “Madonna con il Bambino tra San Sebastiano e San Rocco”; nella parte inferiore, è riprodotta la scena del miracolo a cui fu dedicato il Santuario, con il neonato resuscitato, i genitori e l’eremita Fra’ Matteo.
Gli eventi
- Processione del Cristo Morto – Panicale, Venerdì di Pasqua
- Festa della battitura – Casalini, in estate
- Pan Opera Festival – Panicale, da luglio a settembre
- Trasimeno Blues – Panicale, tra luglio e agosto
- Sagra della Pannocchia – Tavernelle, da fine agosto ai primi di settembre
- Fili in Trama – Panicale, in settembre
- Festa dell’Uva – Panicale, in ottobre
- Pan’Olio – Panicale, in ottobre
- Festa della Castagna – Panicale, in ottobre
- Motocimento invernale – Panicale, in dicembre
Contatti utili:
Ufficio Informazioni Turistiche, piazza Umberto I n. 9 – Panicale (PG), tel.: (+39) 075 837433,
e-mail: panicale@sistemamuseo.it
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