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I primi visitatori giapponesi di cui si ha memoria
arrivarono a Perugia nel giugno del 1586 accompagnati dai padri gesuiti che li
avevano convertiti battezzandoli con i nomi di Mancius Franciscus, Mikael
Prothasi, Martinus e Iulianus.
Erano dei giovanissimi dignitari, vestiti con lunghe vesti di damasco viola
ricamate in oro, che parlavano latino e un po' di italiano. Sembra che
mangiassero poco, non bevevano vino ma solo latte e acqua tiepida.
I Priori perugini li accolsero a Santa Maria degli Angeli con discorsi di
benvenuto in latino, furono fatti smontare dalle carrozze e montare su cavalli
ornati di gualdrappe di velluto rosso ricamate in oro.
Il loro ingresso in città fu accompagnato da suoni di trombe, tamburi, campane,
e addirittura spari di artiglieria.
Arrivarono in Duomo fra due ali di folla incuriosita da personaggi tanto diversi e di una civiltà così lontana. Ricevettero numerosi regali dal Comune e da privati, come reliquiari preziosi, quadri, ricami e immagini di santi, da riportare in patria come souvenirs. Â
(da "Viaggiatori stranieri in Umbria" Marilena de
Vecchi Ranieri - Volumnia ed. 1986)
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