Trova cosa fare e cosa vedere su UmbriaIN
Le “Tane del Diavolo”, situate nel Comune di Parrano, sono profonde gole che si aprono sulle pareti di una forra di origine calcarea.
A partire da tempi antichi e remoti questo posto, riparato e chiuso, quindi potenzialmente protetto da pericoli esterni, oltre che da agenti atmosferici, era frequentato assiduamente dalle popolazioni preistoriche.
A riprova di questa tesi, nelle grotte sono stati rinvenuti interessanti resti, non solo di animali e vegetali, ma anche umani, oltre ad alcuni manufatti, risalenti al periodo paleolitico (20.000 – 10.000 a.C.).
Le ultime ipotesi relative alla relazioni uomo-grotta avanzate dagli studiosi sono molto suggestive: il mondo scientifico ha, infatti, ipotizzato che le “Tane del Diavolo" fossero utilizzate come luogo di culto dall'uomo preistorico.
Infatti, quest'ultimo, essendo avvezzo a doni ed offerte a “Madre Terra”, si adoperava in riti in favore della divinità, come dimostrano i resti di cereali carbonizzati, bruciati, probabilmente, durante precisi rituali, così come i resti di marmotte e stambecchi, rinvenuti sempre il loco.
Oggi questa tesi sembra essere ulteriormente confermata dall'importante ritrovamento di una piccola scultura femminile del Paleolitico, ricavata da un particolare tipo di roccia metamorfica di steatite verde, che rappresenta una figura in dolce attesa, ma dalle fattezze rudimentali (visibili occhi, naso e bocca), mentre la testa risulta coperta, forse fasciata.
La statuetta, la cui importanza storica è davvero ragguardevole, si affiancherebbe ad un’altra “Venere”, rinvenuta nella zona del Lago Trasimeno, che confermerebbe la presenza di questi culti, diffusi nella zona del centro Italia.
In ultimo, secondo un'altra interessante ipotesi che ci piace riportare, il nome "Tane del Diavolo" sembrerebbe essere
connesso a quello del ritrovamento della statuetta. O meglio, è possibile che le grotte della Venere siano divenute, durante il cristianesimo, le grotte del diavolo, per demonizzare i luoghi sacri delle antiche credenze.
Letto: 2523 volte