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La Chiesa della Madonna della Ghea

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Il Post

  • Scritto da: Alessia  Marchetti
  • Il: 28/03/2019 11:02:24

Foto di Alberto Monti


Per i più religiosi, o semplicemente per gli amanti dell'architettura, oggi vogliamo parlarvi di una piccola perla, nascosta tra i dolci pendii delle valli purellane.
Si tratta del Santuario della Madonna delle Nevi della Ghea, una piccola chiesa caratterizzata da una minuta ma preziosa essenza, adagiata nel verde e nella tranquillità della campagna circostante.
Sorge su un preesistente luogo sacro molto più antico, nei pressi di un antico castello, di cui è ancora visibile qualche antica traccia.
Il particolare nome attribuito al santuario deriva da una singolare storia, alla quale si fa naturalmente riferimento ancora oggi: si racconta, infatti, che il 5 agosto dell’anno 1000 si verificò una sorprendente nevicata e la “Madonna della Ghea” è diventata così “della Neve”.
La sua struttura interna fa riferimento a quella semplicità che la contraddistingue anche esternamente: presenta un'unica navata, con tetto a capanna, copertura lignea e campanile a torre; l’esterno molto semplice, ma al contempo molto accogliente, è caratterizzato dalla presenza di un ampio porticato e giardino.
Al suo interno, invece, troviamo la statua in legno policromo della Vergine con il Bambino sulle ginocchia del XII-XIII secolo, i quali sono immortalati mentre insieme reggono la sfera azzurra (rappresentante il globo terrestre) con le stelle in oro, a cui vengono attribuiti molti miracoli, soprattutto contro le epidemie ed il maltempo.
Da ricordare anche il frammento di un affresco del 1506, opera di Merlini da Perugia, e l'antica campana.
La festa del Santuario, celebrata ogni 5 agosto, costituisce a Fossato l’ultima festa ereditata dall’antichità, e rappresenta ancora oggi l’ultimo esempio di festa a metà strada tra sacro e profano: infatti, accanto a messe, preghiere e processioni per tutto l’arco della giornata, ci sono anche bancarelle con giocattoli, vino e porchetta e pranzi e merende sui prati circostanti.
C’era l’ antica usanza di arrivare in pellegrinaggio al Santuario il giorno della vigilia, a piedi o col carro o a cavallo, pernottando intorno al santuario e lavandosi al mattino in una sorgente del bosco attiguo.
Ad oggi, ancora alcune persone si apprestano ad intraprendere a piedi, dai paesi vicini, un "viaggio mistico", fatto non solo di fatica fisica e di espiazione dei peccati, ma anche di convivio, amicizia e condivisione.
La festa inizia comunque molto presto, intorno alle 6 del mattino, quando comincia ad arrivare gente lungo la strada del paese. Dopo le funzioni, picnic sul prato circostante.
Nel pomeriggio c'era l'usanza di divertirsi con i giochi popolari tradizionali, come bocce, corsa nei sacchi, rottura delle brocche etc.; mentre la sera, processione e fiaccolata con la statua della Madonna preceduta da un crocefisso e ballo finale sul piazzale del santuario.


 


 



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