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Campello sul Clitunno

Luciano Festuccia


Pare che il castello sia stato fatto innalzare da nel 921 da Rovero di Champeaux, barone di Borgogna, dal quale quindi deriverebbe la famiglia dei conti Campello ed il nome del paese, inizialmente Campillo. Rovero venne in Italia al seguito del duca di Spoleto Guido, che fu anche re d’Italia ed Imperatore del sacro Romano Impero. La concessione era piuttosto vasta e comprendeva 8 ville (paesi), e tutto il territorio che si apriva sopra le Fonti del Clitunno.
Nei secoli seguenti fu ampliato più volte, mantenendo sempre la sua particolare forma circolare che lo contraddistingue, fino a raggiungere nel 1500 i 500 metri di perimetro.

Il castello mantenne spesso una propria autonomia con una fedeltà sempre dichiarata verso l’imperatore, il che lo mise frequentemente in contrapposizione con la stessa Spoleto, Signorìa dalla quale dipendeva.
Il cardinale Albornoz, che curò particolarmente le fortificazioni della valle spoletina, lo rafforzò nel 1366, ma frequentemente fu oggetto di aggressioni, assalti ed anche guerre intestine, tanto che nel ‘500 fu necessaria un’importante riparazione delle mura.

Oggi il castello mostra molti tratti delle alte e forti mura antiche ed alcuni torrioni, dei quali il più imponente è ancora detto “Le carceri”. E’ ancora intatta l’unica porta di accesso: entrandovi, a sinistra si avevano le residenze dei feudatari.
È probabile che la fortificazione venisse costruita con i resti dell’antica città romana Mutatio Sacraria IV, che si trovava nella valle sottostante

Del comune di Campello, a un solo km di distanza nella valle sottostante, fa ancora bella mostra di sé il Tempietto del Clitunno, un antico sacello romano in seguito ribattezzato Chiesa di san Salvatore, di notevole pregio.

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