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LE NOZZE ROSSE dei BAGLIONI

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Il Post

  • Scritto da: Sandro Fiorentini
  • Il: 06/10/2020 11:07:19

Forse non tutti sanno che la nostra città di Perugia è conosciuta nel mondo non solo per la sua straordinaria bellezza ma anche per un episodio di impressionante ferocia e crudeltà che ha ispirato narrazioni, saghe, opere e colpito pittori come Raffaello e scrittori come Oscar Wilde. La vicenda reale racchiude in se tutti gli elementi per una narrazione epica e tragica, l’amore, la nobiltà dei protagonisti, l’odio, la congiura tra parenti, la fame di potere, il sangue e l’orrore. L’episodio, o meglio la strage, è conosciuta come “Le nozze rosse” ed avvenne nella notte fra martedì 14 e mercoledì 15 luglio del 1500.

In quel periodo i Baglioni erano i Signori di Perugia, belli e terribili, una stirpe di guerrieri nobili tra le più importanti d’Italia e che cercava alleanze con famiglie di pari levatura. Per questo ci fu grande gioia e fermento a Perugia, quando il patriarca Guido Baglioni, annunciò le nozze tra il figlio Astorre e Lavinia della famiglia Orsini Colonna una delle più importanti dello Stato della Chiesa. Il 28 giugno del 1500 si celebrò il matrimonio che richiamò l’attenzione di tutta la nobiltà italiana. L’evento si festeggiò con grande sfarzo e magnificenza per due settimane. Invitati da tutte le signorie dell’Italia centrale, dai castelli e dai borghi vicini delle Marche, della Toscana e perfino dall’Abruzzo, arrivarono in città per assistere all’alleanza fra le due grandi famiglie. Il pranzo nuziale, dato l’altissimo numero di invitati, fu organizzato in Piazza Maggiore. Archi di trionfo, cortei, broccati, munificenze, doni inviati dagli stati “E chi appresentava oro, e chi argento, e chi drappe, e chi una cosa e chi un’altra; in modo che li fu donato più de doi furzieri de argento”, ci narra Maturanzio, cronista dell’epoca. Questo stupendo affresco di gioia e di bellezza però si tramutò presto in orrore. Memore di vecchi rancori e animato da gelosia e sete di potere, Carlo di Oddo Baglioni, detto ‘il Barciglia’, cugino dello sposo, organizzò una congiura per prendere il potere in città eliminando i familiari. Coinvolse con sé nel complotto Grifonetto Baglioni,  un giovane di straordinaria bellezza e nipote di Braccio I Baglioni, Girolamo della Penna, Berardo della Cornia e Filippo Baglioni, detto ‘il bastardo’. La notte del 15 luglio i congiurati, approfittando della rilassatezza dei Baglioni riuniti dopo le nozze, trucidarono i Signori di Perugia nelle loro case sul Colle Landone compiendo una vera strage e trucidando i parenti con atti di estrema violenza da tragedia greca. I corpi degli assassinati furono denudati e gettati in strada dalle finestre, dilaniati dagli animali e lasciati ad insanguinare le vie. Filippo Baglioni con un gesto di estrema ferocia strappò il cuore del cugino Astorre e lo morse. Compiuta la strage, i congiurati pensarono di presentarsi alla città di Perugia e ai magistrati come liberatori dai tiranni, ma il popolo inorridito, non li sostenne. Fu così che a due giorni dalla strage, Gian Paolo Baglioni, sopravvissuto, arrivò a Perugia alla testa delle proprie milizie costringendo gli assassini alla fuga. In pochi ci riuscirono e Grifonetto Baglioni, fu raggiunto dai soldati di Gian Paolo e trucidato. Sul corpo del giovane si gettarono straziate dal dolore la madre Atalanta Baglioni e la moglie Zenobia,  piangendo colui che aveva colpito così duramente la loro stirpe. Atalanta, mamma di Grifonetto, commissionò a Raffaello Sanzio  un’opera da mettere nella chiesa di famiglia per ricordare il figlio. Come tema scelse il Trasporto di Gesù al Sepolcro. Fu così che nacque la La Deposizione di Raffaello (1507), detta anche Pala Baglioni, che oggi si trova alla Galleria Borghese di Roma. L’artista ritrae il volto di Grifonetto nel giovane che sostiene le gambe del Cristo.
Vi si riconoscono anche la moglie di Grifonetto Zenobia Sforza (nella Maria Maddalena) e Atalanta stessa (nella Madonna). 




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