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Custodito nella Nella Basilica Inferiore di San Francesco d'Assisi, nell'Antica Sala Capitolare, è conservato il saio di Francesco insieme ad altre reliquie.
Disteso nella teca di vetro è possibile ammirare il saio indossato dal santo, molto rovinato e con tantissimi rammendi. Sono stati contati ben 31 rattoppi della tonaca, che secondo l’affascinante ipotesi della studiosa svizzera Mechthild Flury-Lemberg, sarebbero stati eseguiti da Santa Chiara prendendo alcuni pezzi del suo mantello per riparare la tunica del Poverello, mentre era ancora vivo o, forse, dopo la sua morte. Una testimonianza che ci racconta la devozione, la stima e l'affetto spirituale dell'una per l'altro.
Francesco, dopo essersi spogliato dei comodi e ricchi panni paterni, al cospetto del Vescovo di Assisi (Guido), volle assumere vesti penitenziali, per qualificare il suo nuovo status. Si trattava di un abito povero e grezzo, di un colore misto tra il bruno e il bigio. Si rifaceva in questo ad un capo di vestiario ben conosciuto fin dall'età romana ed usato dai contadini: il "sagum", una sorta di camicione molto essenziale cinto ai fianchi da una cintura o rozza corda. Tale termine in italiano ha dato i due esiti di "sacco" e di "saio". In effetti il "vestirsi di sacco" e il cingersi con una corda, era appunto un modo per presentarsi in veste di penitente e/o di pellegrino.
La scelta di questo abito fu anche guidata dalla sua forma particolare da subito colta da Francesco: era la forma della croce! Indossandolo si sentiva entrare nel mistero del Dio Crocifisso, rivelazione suprema del Dio-Amore del Vangelo cristiano. L'umile saio cinerino evidenziava anche visivamente la radicale vocazione intrapresa dal Santo: la scelta della povertà materiale, per potersi così affidare totalmente a Dio e la scelta della minorità sociale per rendersi in tal modo solidale con gli ultimi e gli emarginati.
Una visita alla "Sala delle Reliquie", presso la Basilica di S. Francesco ad Assisi, è una tappa obbligata per tutti coloro che desiderano avvicinarsi al messaggio di Francesco anche attraverso le testimonianze fisiche che il santo ci ha lasciato.
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