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Giornata mondiale dei "desaparecidos"

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Il Post

  • Scritto da: Alessia  Marchetti
  • Il: 30/08/2019 10:30:33

Avete presente quella sensazione di essere solo uno dei tanti volti, una delle tante persone che popolano la terra, senza nessun valore per gli altri?
Bene, noi quella sensazione, quell'atteggiamento vogliamo combatterlo. Vogliamo sfatare quella percezione della realtà che non tutte le persone hanno lo stesso peso e la stessa importanza nel mondo.
Dobbiamo convincerci che abbiamo un ruolo, un'importanza, se non per tutti, almeno per qualcuno: facciamo parte di una comunità, di una famiglia, di una comitiva, e pertanto il nostro ruolo non è né trascurabile né marginale.

Tutto questo per dire che oggi si celebra la "giornata mondiale dei desaparecidos", una giornata in cui si ricordano a gran voce le persone scomparse, persone che sono per i più un volto senza nome, un numero, persone che non sono persone.
Ma invece queste persone avevano un nome, una provenienza... e rappresentano, purtroppo, delle vite di cui ahimé si sono perse le tracce, inspiegabilmente, senza un motivo, senza un apparente perché, per finire, vivi o morti, chissà dove.
Si tratta magari di persone magari vive, ma imprigionate in luoghi sconosciuti ai loro familiari o ai loro legali.

Magari non tutti ricordano o conoscono il fatto argentino degli anni Settanta noto con il nome di "Madri di Plaza di Mayo", un'imponente manifestazione che vide scendere in piazza moltissime donne, sfidando l'allora regime dittatoriale, per chiedere informazioni e spiegazioni relativamente alla scomparsa dei loro cari, perseguiti per aver espresso apertamente un dissenso politico o sociale e pertanto fatti sparite "forzatamente".
Viene così costantemente violato un diritto che dovrebbe essere inalienabile, naturalmente ancorato alle persone, quale la libertà di espressione e di parola, e dall'altro viene al contempo violato il diritto dei familiari di conoscere la verità, ed avere, nei casi peggiori, una tomba su cui piangere.

Oggi il fenomeno si è tristemente dilagato, andando ad interessare non solo e non più solo il Sudamerica, ma anche l'Africa e l'Europa, con i recenti casi di Bosnia e Cecenia.

Non c’è peggior pena di quella di non sapere, di non conoscere la verità. Non riuscire a darsi pace, non sapere chi cercare, dove cercare, a chi dare la colpa o chi perseguire.
E non bisogna pensare che certi fatti e certe storie accadano solo sono in contesti lontani dai nostri, da terzo mondo, dove è difficile anche capire chi si ha di fronte, se l'istituzione con la quale ci stiamo rapportando è corrotta o meno. Abbiamo esempi eclatanti di concittadini italiani scomparsi o purtroppo deceduti, ma sui quali purtroppo non si è riuscito a far luce sulle circostanze della loro morte o della loro sparizione.
Non si sa da chi siano stati presi in ostaggio, dove siano stati portati o perché siano stati uccisi.
I nomi più famosi sono quella della giornalista Rai Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio nel 1994 in circostanze mai chiarite; oppure del giovane Giulio Regeni, il ragazzo italiano, dottorando presso l'Università de Il Cairo, trovato morto in Egitto, senza un apparente motivo, o in ultimo l'italiana Silvia Romano, volontaria in Kenya, rapita lo scorso novembre, e di cui, purtroppo, ad oggi non se ne conosce il destino.

L'argomento di oggi, seppur lontano dall'amenità dei luoghi umbri che vi proponiamo ogni giorno, deve essere con forza portato alla ribalta.
Non possiamo fare finta di non vedere, di non sapere e di non conoscere; dobbiamo essere coraggiosi e combattere a testa alta le ingiustizie che ogni giorno colpiscono le vittime di in ogni parte del mondo.
Solo insieme ed unendo le nostre forze possiamo avere un mondo migliore... ricordiamocelo sempre!



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