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Il celebre artista Alberto Burri

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Il Post

  • Scritto da: Alessia  Marchetti
  • Il: 22/05/2019 12:01:04

Alberto Burri, celebre artista e pittore italiano, nacque proprio a Città di Castello agli inizi del XX secolo.
Con le sue opere ed il suo talento artistico diede grande lustro alla sua città natale.

Biografia ed attività artistica
Come detto poc'anzi, nacque a Città di Castello il 12 marzo 1915.
Durante la sua infanzia e la sua gioventù, si dedicò con passione agli studi, conseguendo dapprima la maturità classica presso il liceo Annibale Mariotti di Perugia, poi laureandosi presso la facoltà di medicina di Perugia nel 1940.
Proprio in quegli anni fu richiamato alle armi e, con il grado di sottotenente medico, fu inviato nel marzo del 1943 presso la 10ª legione in Africa settentrionale.
Poco dopo fu catturato dagli inglesi, e spedito come prigioniero di guerra presso il campo di concentramento di Hereford, in Texas, dove rimase recluso per 18 mesi.
Durante questo periodo di detenzione maturò la convinzione di dedicarsi alla sua grande passione, la pittura.
Infatti, dopo la fine della guerra, tornò in Italia e realizzò diverse mostre personali, portando all'attenzione del suo pubblico vari soggetti e vari temi. Dapprima si dedicò ad opere a carattere figurativo, poi ad opere astratte, dalle forme amebiche, organiche, ma anche filiformi e reticolari.


                                   


Successivamente iniziò ad elaborare i primi catrami, realizzati con particolari elementi, quali olio, catrame, sabbia, vinavil, pietra pomice e altri materiali su tela.
Nel 1949, inoltre, realizzò "SZ1", ovvero il primo Sacco stampato.


                                                                      


Nel 1950, anno di grande sperimentazione, cominciò a dipingere le muffe, sfruttando le efflorescenze prodotte dalla pietra pomice combinata alla pittura ad olio, ma anche il primo gobbo, così detto a causa del rigonfiamento ottenuto dai rami di legno posti sul retro della tela.
Sempre nel 1950, eseguì il grande "Pannello Fiat" (quasi 5 mt di lato) per la sala espositiva di una concessionaria di auto di Roma.
Qualche tempo dopo, e precisamente con le mostre di Chicago e New York del 1953, per Alberto Burri iniziò il grande successo internazionale, con un ampio ed importante riconoscimento artistico.
Conobbe, infatti, il critico James Johnson Sweeney, allora direttore del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il quale, oltre a promuovere il lavoro dell'umbro attraverso il sostegno critico, che portò alla sua prima monografia del 1955, anche all'inclusione di alcune sue opere nell'attività espositiva del museo.


                                                                     



Iniziò anche a servirsi nei suoi lavori di particolari elementi, come il fuoco, realizzando le prime combustioni su carta, ma anche su legno, tela e plastica.
Nel 1960 Burri ottenne anche una sala espositiva alla Biennale di Venezia, ricevendo, tra l'altro, il premio dell'Associazione internazionale dei critici d'arte.
Durante gli anni Settanta si dedicò ai "cretti", originati da una miscela di collanti acrovinilici con altri materiali, come creta, caolino e bianco di zinco.
Un esempio ne fu il sudario di cemento con il quale rivestì i resti di Gibellina terremotata, una cittadina siciliana in provincia di Trapani, con quasi 90.000 m² di materiale colato sulle macerie della vecchia città.
I lavori, iniziati nell'agosto del 1985, furono sfortunatamente interrotti nel 1989, a causa della mancanza di fondi.


                                                                     


Al 1979 risalgono, invece, i Cicli, grandi cicli pittorici, esposti presso gli Ex-Seccatoi del Tabacco di Città di Castello.
Nel 1981 venne inaugurata la Fondazione Burri presso il Palazzo Albizzini di Città di Castello, con una prima donazione di 32 opere.
Tuttavia, le sue opere sono esposte principalmente in due musei a Città di Castello: a "Palazzo Albizzini" e presso gli "Ex Seccatoi del Tabacco", un'area dismessa, ma recuperata architettonicamente, divenuta un luogo espositivo nel luglio 1990.
Burri morì a Nizza il 13 febbraio 1995.
Le sue opere furono esposte in alcuni fra i più importanti musei del mondo: il Centro Georges Pompidou a Parigi, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, la Tate Gallery di Londra, la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, Il Castello di Rivoli (TO), il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.




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