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L’Orvieto etrusca, chiamata
Velzna (Volsinii), dal IX secolo a.C. visse un periodo di grandezza e
prosperità che la portò ad essere una tra le principali città della Lega
etrusca delle dodici città (dodecapoli) che governava la vita politica e
religiosa del popolo etrusco. Secondo gli storici, sarebbe da ricondursi a quel
periodo il "Fanum Voltumnae" (il Tempio di Voltumno), centro
politico/religioso dove ogni primavera veniva eletto il capo della federazione
etrusca. L'assenza di vestigia etrusche nelle vicinanze di Bolsena, dove invece
rimangono molte rovine della Volsinii romana, aveva portato la maggior parte
degli archeologi a pensare che la città Etrusca fosse in un sito completamente
diverso da quello della città Romana. Volsinii sarebbe sorta nel luogo
dell'attuale Orvieto, che avrebbe ricoperto i resti della città etrusca. Nel
265 a. C., dopo la distruzione della città etrusca per opera dei Romani, i
sopravvissuti sarebbero stati trasportati vicino al lago di Bolsena dando
origine alla Volsinii romana. Nel 1946 si iniziò una sistematica campagna di
scavi nei dintorni di Bolsena, promossa dalla Scuola archeologica francese di
Roma sotto la direzione di R. Bloch, allo scopo principale di scoprire nuovi
documenti per risolvere il discusso problema della topografia e ubicazione
dell'etrusca Volsinii. Gli scavi portarono al rinvenimento sulle colline
dominanti la moderna Bolsena di una poderosa cinta muraria etrusca paragonabile
perfettamente a quella che circondava Tarquinia. Si è potuto rilevarne il tracciato
completo, che doveva misurare complessivamente da 6 a 7 km. e che circondava una serie di colline di
altezza decrescente, delle quali la più elevata, la Mozzetta di Vietena, si
pensa costituisse l'acropoli della città . Della cinta muraria è stato portato
alla luce un tratto di circa 2 km. Si deve evidentemente riconoscere in queste
strutture il sistema di mura che, secondo Zonara, proteggeva la Volsinii
etrusca. La parte alta della città , costituita da colline, doveva essere
consacrata alla difesa e al culto degli dei. Più in basso, l'altipiano di
Mercatello doveva essere occupato da case di abitazione a cui succedettero le
ville della Volsinii romana. In alcuni punti la cinta è doppia ed è costituita
da due muri collegati fra loro con muri laterali.
Negli scavi del 1948 sono
state anche rinvenute le rovine di un santuario etrusco su una stretta collina,
detta della Casetta che, situata proprio sotto l'acropoli, costituiva il centro
stesso della città alta. Del tempio sussistono ancora i muri di fondazione,
incastrati nella roccia, che presentano una pianta tripartita con interessanti
particolarità . È più largo che lungo, misurando m. 17,20 di larghezza e m.
13,40 di lunghezza; la disposizione della cella centrale è curiosa: nel centro
si trova una lastra circolare di pietra e nel fondo sussiste in parte una
specie di banchina di blocchi di tufo. Il materiale rinvenuto è piuttosto
povero e comprende molti frammenti di antefisse che sembrano risalire all'ultimo
periodo della città etrusca.
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